#PROGETTO HCV FREE HOSPITAL: UN PARERE CERTAMENTE POSITIVO!

Il programmato convegno sulla presentazione del Progetto “HCV Free Hospital”, tenutosi nel pomeriggio di venerdì presso l’aula magna dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano” di Caserta ha certamente segnato un ulteriore punto di svolta per il nosocomio casertano. I lavori, egregiamente moderati dal Prof. Rosario Cuomo, hanno avuto inizio con il saluto del D.G., Dott. Gaetano Gubitosa, che si è congratulato con l’autore del progetto; al quale ha fatto seguito una brillante introduzione da parte della D.S., Dott.ssa Angela Annecchiarico, nell’ambito della quale, associandosi alle congratulazioni espresse dal D.G., non ha mancato di indirizzare anch’ella sinceri complimenti al Dott. Vincenzo Messina, autentico ideatore e relatore del progetto, ormai diventato noto a livello nazionale come: “Modello Caserta”.

La successiva, meticolosa, presentazione effettuata dal Dott. Messina, ha spaziato a 360° sulle varie tappe che hanno caratterizzato le attività svoltesi in questi anni, sottolineando che detti lavori, fra l’altro, stanno offrendo un contributo significativo anche all’obiettivo fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, contenuti nell’Agenda 20/30 dell’ONU, di eliminare il virus dell’epatite C entro l’anno 2030.
Messina è poi voluto entrare un poco più nel merito del “Modello Caserta”, specificando che si tratta di cura e gestione dei malati di epatite C, che è stato ideato dall’Unità operativa di Malattie Infettive e Tropicali, pluripremiato e mutuato a livello nazionale e internazionale quale esempio virtuoso di diagnosi e presa in cura dei pazienti affetti da questa patologia. Un modello clinico-organizzativo di assistenza integrata e semplificata che, allo scopo di reclutare e curare il maggior numero possibile di malati, privilegia un triplice approccio:
1)- Incoraggiare i pazienti, facilitando lo screening, snellendo il percorso di diagnosi prima e di accesso poi alla terapia eradicante dell’epatite C, fidelizzarli alla cura con un percorso di assistenza più breve;
2)- Favorire le categorie svantaggiate, difficili e tradizionalmente esposte a un maggiore rischio di infezione: tossicodipendenti e popolazione carceraria, che vengono individuati e raggiunti, per la diagnosi e la terapia, grazie a un prezioso e sinergico lavoro in rete dell’Ospedale di Caserta con il Dipartimento delle Dipendenze (SerD) e l’Uoc della Tutela della Salute in Carcere dell’Asl di Caserta e con il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria della Campania;
3)- Sensibilizzare e avviare a terapia, all’interno dell’Azienda ospedaliera di Caserta, attraverso la fattiva e concertata collaborazione di tutte le Unità operative sia chirurgiche sia mediche, i pazienti che risultino positivi al virus dell’epatite C nel corso di un ricovero ospedaliero.
“Il nostro modello – ha concluso Messina – ci ha permesso di ampliare considerevolmente la platea dei soggetti da curare con gli antivirali ad azione diretta. Dal 2015 ad oggi l’Ospedale di Caserta ha trattato quasi 3.500 pazienti”.diretta.
Sul podio, innanzi ad una cospicua platea formata da numerosi medici, capi dipartimenti e primari vari, si sono alternati i vari relatori appartenenti alle Unità Operative più afferenti alle tematiche del progetto, quali: Malattie Infettive e Tropicali, rappresentata dallo stesso Messina, il Prof. Rosario Cuomo, per la Gastroenterologia; la Dott.ssa Elena Tripaldelli, per la Patologia Clinica/Laboratorio analisi; il Dott. Pasquale Giuliano e la Dott.ssa Filomena Casella, per la Medicina Legale; il Dott. Tommaso Sgueglia, per Appropriatezza ed Epidemiologia Clinica e Valutativa e il Dott. Franco Martino, Presidente dell’Associazione Trapiantati di Organi – AITF – il quale, in un articolato intervento, dopo aver ringraziato la direzione strategica e gli stessi organizzatori per l’invito ricevuto, ha chiaramente rappresentato il punto di vista dei pazienti. Egli infatti, dopo essersi congratulato sinceramente con il Dott. Messina per il superbo lavoro posto in essere nel nostro ospedale, ha rilevato la necessità di dover comunque migliorare ulteriormente alcune importanti unità operative attinenti alla piena applicazione del progetto – e non solo – e che ciò è possibile fare anche con l’utilizzo dei fondi del PNRR.
“ Apprendere dell’istituzione di un percorso innovativo attraverso il quale il paziente viene posto al centro dell’attenzione – ha concluso il Presidente Martino – rendendolo partecipe e consapevole anche delle tempestive risultanze delle varie analisi ed effetti delle cure prestate, rappresenterebbe per l’ammalato davvero come prendere “il cielo con le mani”. Ed è chiaro che il parere da esprimere in proposito non può essere più che positivo!”
F.to: Maria Falcone, ufficio stampa e comunicazione Aitf.


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